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Incontrarsi la domenica mattina nel parcheggio, indossare gli anfibi, organizzare la giocata, camminare sui sentieri in mezzo ai boschi, condividere la fatica in gruppo, coordinare i movimenti di squadra, attaccare (o difendere), fare i complimenti all'avversario e trovarsi a fine partita a gustare qualche fetta di salame o, magari, bere un bicchiere di Vino. Un toccasana per l'anima dopo una settimana passata davanti al computer tra furti, rapine, truffe, scandali politici e tutto ciò che può riservare il magico mondo della cronaca locale. Questo toccasana per l'anima o è noto con il nome di softair, una disciplina basata sulla simulazione di tattiche militari. Non basta questa definizione asettica di stampo wikipediano per descrivere una pratica che, in realtà, è molto di più.

 



 

 

 

Cos'è il Soft-air

“Il softair è basato essenzialmente su un principio: l'onestà”
 


Onestà perché il significato stesso della disciplina si fonda sul principio dell'auto-dichiarazione: quando un operatore viene colpito da un pallino, alza la mano gridando “Colpito!” o una qualsiasi altra espressione che permetta a tutti gli elementi in campo di comprendere l'avvenuta eliminazione dal gioco. All'onestà aggiungo anche l'affine “rispetto”: rispetto delle norme di sicurezza per garantire l'incolumità propria utilizzando le protezioni del caso e l'incolumità altrui evitando comportamenti pericolosi come sparare pallini da distanza ravvicinata mirando al viso, rispetto dell'ambiente utilizzando pallini biodegradabili ed evitando di abbandonare rifiuti, rispetto del corretto vivere civile evitando condotte che possano recare disturbo alla comunità come organizzare giocate non autorizzate.
Tutta questa spiegazione, però, non basta per spiegare una disciplina come il softair.
Non si può perché presenta un'incredibile infinità di sfaccettature: ogni giocatore ha il suo modo di intendere la disciplina, ogni softgunner ha la sua filosofia, un modo tutto personale di intendere il gioco che, alla fine, va a collocarsi nell'alveo dell'onestà e del rispetto sopracitati. Per tale ragione il softair non si può spiegare (a raccontarlo ci pensano le riviste di settore), ma si può solamente vivere!
 

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